Time, 2021
Matteo Attruia
Il tempo non come fuga. Il tempo come ricerca, come lenta rincorsa. Il tempo come un andare. Anche in questa occasione, l’opera non è definitiva, ma rappresenta l’ipotesi di un “altrove da qui”. Un altro spazio, là fuori. L’utilizzo dell’iconografia di emergenza (EXIT) aggiunge la dimensione del tempo a un’opera di per se statica. Qui la luce è costante, l’accensione è indipendente dal calo di tensione. La luce c’è, azionata da un interruttore. Non c’è alcun imprevisto. Non c’è alcun pericolo. Di conseguenza non c’è alcuna soluzione.
Matteo Attruia è nato a Sacile (PN) nel 1973. Vive e lavora ovunque. Alcune delle mostre personali: 2019, “A TE” – a cura di Stefano Monti, SMdot/Basement, Udine; “La voce è la parola”, Artissima, Torino; 2018 “Sold Out”, a cura di Daniele Capra, Galleria Massimodeluca, Mestre (VE); “A flower for Piet”, a cura di Nico Covre, Galleria Massimodeluca, Mestre (VE); “Tic, Tac, Toe”, performance, Orgatec 2018, Colonia (DE); “Insumiàn”, a cura di Angelo Bertani, Colonos, Lestize (UD); 2017 “Employee of the month”, progetto di vendita mensile, itinerante; 2016
“Nuova Gestione”, a cura di Sabrina Comin, Spazio TRA OFF, Treviso (TV); 2015 “Follia”, a cura di Nico Covre, Lanificio Paoletti, Follina (TV); “Collezione Privata”, a cura di Giorgio Fasol, testo critico di Giacinto Di Pietrantonio, TRA Treviso Ricerca Arte, Treviso; “Io cero”, a cura di Stefano Monti, Studio Multiplo, Padova; “Prima Visione”, a cura di Flavia Rossetti, Ex Galleria Arte Contemporanea, Pordenone