Mylar Wall Retrospective, 2021
Daniel González
Mylar Works sono opere che festeggiano ogni momento della vita. Nell’atto del festeggiare si crea uno spazio di libertà: si beve e si mangia oltre il comune, si balla e si fanno azioni che non si farebbero tutti i giorni. I Mylar Works vogliono commemorare ogni instante della nostra esistenza, dal piacere di stare vivi alla magia di ritrovare il sole ogni mattino quando ci svegliamo.
Il mylar, che normalmente è utilizzato per le tende dei teatri di Broadway, e per impacchettare caramelle, è un materiale resistente ed economico che permette di maneggiare la luce stessa come materia prima. I suoi riflessi sono protagonisti di due livelli della nostra esistenza: il mondo materiale e la sfera spirituale. Come nei fondi dorati delle icone orientali, ma con una leggerezza concettuale e fisica, le superfici vibranti e seducenti dei Mylar Works mettono in primo piano il piacere visivo, e smentiscono la gravità e la profondità intellettuale del loro soggetto. Mylar Wall Retrospective raccoglie un viaggio immaginario attraverso 14 anni di lavori realizzati con questo particolare materiale.
Daniel González (Buenos Aires, Argentina, 1963), vive e lavora tra New York e Verona.
Nel 2019 ha avuto la sua maggiore retrospettiva sul progetto delle architetture effimere al MAR Museo di Mar Del Plata (Argentina) e ha realizzato Mi Casa Tu Casa come evento collaterale di Manifesta 12 Palermo. Nello stesso anno partecipa alla XXII Esposizione internazionale della triennale di Milano con KayCasaMaisonHome ed è tra i finalisti del concorso pubblico per opere site-specific del nuovo Humboldt Forum di Berlino. Nel 2011 ha partecipato alla Biennale del Museo del Barrio a New York. Del 2010 è la partecipazone al Witte de Withstraat Festival di Rotterdam dove ha presentato la sua prima opera pop-up, coprendo una chiesa storica con cartone intagliato, come un libro pop-up gigante. Ha realizzato un workshop performance per Manifesta 7, 2008 creando fashion ritratti, trasformando i vestiti degli avventori dopo un’intervista di un minuto. Nel 2017 ha ricevuto il grant dalla Pollock-Krasner Foundation di New York.