La forma delle Parole
Tutti conoscono il peso delle parole, soprattutto quando vengono scritte, ma non tutti ne conoscono la forma o ne ricercano la struttura: Alessandro Nassiri Tabibzadeh incide a mano su un vecchio specchio una frase che ci parla di razzismo, parole invisibili che si riflettono in chi si specchia; parole reticenti invece quelle dell’opera di Margherita Morgantin nascoste alla vista di chi non sa cercare. La parola “dono” diventa un campo dove coltivare la diversità nell’intervento di Stefano Boccalini, mentre V for Victory di Loredana Longo parte dall’idea di mettere insieme immagini o elementi in netta antitesi: gli estremi possono sempre incontrarsi e dare un senso nuovo alle immagini precostituite. Lo sconfinamento è il primo passo di una civiltà ci ricorda Giovanni Gaggia ricamando su una coperta grigia dell’esercito tedesco la parola SCONFINARE, in cui lo sconfinamento non presuppone un luogo ma un movimento costante e un processo che si sviluppa intorno alla bellezza della parola condivisa. Per tutta la durata della manifestazione il pubblico potrà anche interagire con l’artista rispondendo alla domanda Qual è stato l’avvenimento più importante della tua vita che ti ha spinto a fare la valigia? Partner attiva del progetto sarà RadioNoLo.
La forma delle Parole
Tutti conoscono il peso delle parole, soprattutto quando vengono scritte, ma non tutti ne conoscono la forma o ne ricercano la struttura: Alessandro Nassiri Tabibzadeh incide a mano su un vecchio specchio una frase che ci parla di razzismo, parole invisibili che si riflettono in chi si specchia; parole reticenti invece quelle dell’opera di Margherita Morgantin nascoste alla vista di chi non sa cercare. La parola “dono” diventa un campo dove coltivare la diversità nell’intervento di Stefano Boccalini, mentre V for Victory di Loredana Longo parte dall’idea di mettere insieme immagini o elementi in netta antitesi: gli estremi possono sempre incontrarsi e dare un senso nuovo alle immagini precostituite. Lo sconfinamento è il primo passo di una civiltà ci ricorda Giovanni Gaggia ricamando su una coperta grigia dell’esercito tedesco la parola SCONFINARE, in cui lo sconfinamento non presuppone un luogo ma un movimento costante e un processo che si sviluppa intorno alla bellezza della parola condivisa. Per tutta la durata della manifestazione il pubblico potrà anche interagire con l’artista rispondendo alla domanda Qual è stato l’avvenimento più importante della tua vita che ti ha spinto a fare la valigia? Partner attiva del progetto sarà RadioNoLo.
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