Giulia Cotterli dopo la Laurea in Arti Visive contemporanee all’Accademia di Urbino, decide di trasferirsi nella casa/studio in cui vive e lavora a Torino. La sua arte indaga il campo della memoria, a cui si avvicina inizialmente con uno sguardo scientifico per capirne i meccanismi sottesi: la memoria come processo attivo di ricostruzione del passato in base alle esigenze del presente, ma anche come strumento per la formulazione di un’immagine del Sé coesa nel tempo. Inoltre, come funzione cognitiva ha un approccio costruttivo al ricordo, in cui entra in gioco l’immaginazione: è proprio nell’intreccio di memoria e immaginazione che dimora la sua ricerca artistica. Per fare il morto a galla in montagna immagina nasce da un ricordo d’infanzia. Da bambina, Giulia viveva molto vicina al mare. Nonostante ciò, passava tutte le domeniche, le vacanze e le estati nella casa in campagna dei nonni. Per stemperare il caldo e la mancanza del mare, c’era sempre qualcuno pronto a lanciare gavettoni dal tetto. Sono frammenti autobiografici teneri e nostalgici, di un passato di cui sono rimaste quasi solo memorie belle. Attraverso cinque disegni, l’artista bambina cerca modi per fare il morto a galla e per ricreare l’esperienza del mare in montagna, ripercorrendo i luoghi di vita della campagna: la tettoia dove asciugano i panni gocciolanti, l’orto del nonno, la grande quercia. Sulla carta si rincorrono tecniche diverse: dall’acrilico bianco – legato all’inizio del suo percorso – ai pastelli a cera acquerellabili, tra cui spicca il blu, richiamo a una dimensione del disegno più infantile e istintiva. A questi si aggiunge la scrittura a penna, presente in tutti i suoi lavori fin dalla loro ideazione, che evoca l’immagine di un diario d’infanzia. Il risultato, in cui errori e sbavature sono volutamente preservati, è estremamente intimo e nostalgico e riesce a mettere chi lo guarda nella condizione di aprirsi e raccontarsi a sua volta.

Nicolas Pezzotta