Filippo Riniolo  ha conseguito la laurea presso l’Accademia di Belle Arti. Particolarmente interessato a tematiche politiche, storiche, economico-sociali e religiose è un artista e attivista poliedrico che utilizza le più variegate forme d’espressione. In occasione di BienNolo 2023 ha scelto di proporre la performance Una corona a testa in giù, 2023, dal carattere attivista e di sostegno alla comunità LGBTQIA+. L’artista pone l’attenzione su un’ingiustizia che lo Stato italiano perpetua nei confronti delle persone transgender. Per concludere l’iter del processo di transizione e riassegnazione di genere un giudice ha il paradossale compito di decidere se il soggetto è “abbastanza uomo” o “abbastanza donna” in base ai suoi tratti. Indiscutibilmente, fin dall’antichità il binomio barba-uomo si configura come un simbolo per eccellenza del potere del patriarcato; così la barba diventa metro di giudizio essenziale per la “reale mascolinità” degli individui AFAB (Assigned Female At Birth, femmine assegnate alla nascita). Nella performance l’artista Filippo Riniolo si pone come uno specchio, di fronte all’ amico Francesco Marsili che ha seguito il tortuoso iter del passaggio di sesso, e inizia a radersi la barba. Quest’ultima viene applicata sul volto di Francesco; nella fase successiva la barba viene ricoperta di foglie d’oro, dando origine ad un atto paritario, di condivisione e di rovesciamento del patriarcato e dà origine ad una storia con la S maiuscola. Fiere, 2022, la seconda opera presentata per questa edizione, è una serie pittorica di icone trattate con l’antica tecnica bizantina della tempera all’uovo su foglia d’oro, appresa dall’artista direttamente a Istanbul. Fiere consiste in dieci ritratti che rappresentano donne importanti nell’ambito della filosofia del Novecento, il cui pensiero persiste e riscontra ancora grande risonanza nel mondo contemporaneo, nonostante l’ambito prettamente maschilista dche caratterizza questo ambito disciplinare. Per questa ragione le donne in questione vengono rese simboli eterni, icone.

Federica Scandella
Francesca Maria Villa