Enzo Mari è uno dei grandi artisti e maestri del design italiano, una figura poliedrica difficile da presentare in poche righe. Progettista di innumerevoli oggetti, grafiche, giocattoli per bambini, allestimenti, nonché teorico e critico, Mari non è solo un designer, “è la coscienza di tutti noi, è la coscienza dei designer”
[1].
Ciò che contraddistingue la figura di Mari è il suo forte impegno etico e politico; il designer, dal suo punto di vista, deve invitare il pubblico alla riflessione e progettare ciò che è utile al progredire della società.
Ricerca e forma sono due parole chiave del metodo Mari. Il progetto gravita intorno alla ricerca, intesa come lo studio dei fenomeni percettivi e della loro comunicabilità, e il risultato di questo processo dev’essere accessibile al pubblico attraverso un linguaggio semplice ed essenziale.
Quanto alla forma, il problema è ricercarne l’essenza. Quando non ci sono altre alternative possibili, ossia quando “la forma di un prodotto non sembra”ma, semplicemente, è”
[2] allora si può dire di aver raggiunto l’essenza dell’oggetto e la sua più alta qualità.
In una società consumistica inondata da una quantità incalcolabile di oggetti, come aiutare il fruitore a riconoscere il prodotto di qualità? Talita kum!
Autoprogettazione , 1974, libro da cui sono tratti i cinque tavoli di legno qui esposti, diventa uno strumento per risvegliare la coscienza critica del pubblico. Mari fornisce i disegni tecnici di venti mobili a chiunque voglia realizzarli da sé, nella speranza che un esercizio basato sul
learning by doing (imparare facendo) possa liberare la società da quella che il designer definisce “la pornografia della moda di massa”
[3].
Invitando l’utente a prendere in mano chiodo e martello, Mari lo coinvolge direttamente nel processo creativo puntando, idealisticamente, a una “socializzazione del progetto” perché “progettare è il modo migliore per evitare di essere progettati”
[4].
Nadia Hemmami
[1] H. U. Obrist, F. Giacomelli, Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist. Catalogo della mostra, Electa, Milano, 2020, p. 492.
[2] E. Mari, Autoprogettazione? , Corraini, Mantova, 2010, p. 4.
[3] H. U. Obrist, F. Giacomelli, Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist. Catalogo della mostra, Electa, Milano, 2020, p. 44.
[4] E. Mari, Autoprogettazione? , Corraini, Mantova, 2010, p. 34.