Nando Crippa diplomato al Liceo Artistico Statale di Bergamo, frequenta la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e l’Accademia di Brera. Gli studi di architettura e la scelta della scultura, come mezzo di espressione, sono intimamente legati tra loro: la creazione di modellini in piccola scala inciderà sulla propria riflessione artistica, maturata a seguito dell’incontro con il pittore e scultore Tino Stefanoni (Lecco, 6 luglio 1937 – 2 dicembre 2017), influenzato dal Realismo Magico). Ha esposto al Museo Casa del Console di Calice Ligure, a Palazzo Bricherasio di Torino, al Museo Gianetti di Saronno, al Museo del Parco di Portofino. Nel 2006 vince il Premio Banca Aletti. Nel 2017 si è tenuta una mostra antologica presso la Galleria Credito Valtellinese/MVSA, Sondrio.

Ispirato dalle foto di rotocalchi, le sue sculture in terracotta ne ricalcano geometrie e personaggi. Modellata da spatole o mattarello, la scultura è rivestita di  gesso per l’imprimitura, cotta per un solo ciclo e infine dipinta da più passate di colori acrilici e smalti ad acqua, preparati dall’artista. Le prime sculture di dimensioni più grandi e con tinte accese, si evolvono in modelli dai tratti poco accennati, quasi naif, con passate di  colori più opachi (grigio,terra, bianco, azzurro, arancione).

La ragazza di Cosenza, 2019,  Lettore 8, 2019, Lettura del giornale, 2020, Ragazzo in piscina, 2022, immersi in un “teatro della lentezza” e ancorati su coni, rettangoli, parallelepipedi e scalinate in stampo, i soggetti comunicano silenziosamente tra di loro come divertiti in uno spazio sospeso e mite, invitando lo spettatore in un gioco di sguardi. Nella loro apparente semplicità, avvolti da rarefatte reminiscenze magiche, con piccoli gesti tanto da passare inosservati, essi custodiscono segreti e domande ancestrali. 

Silvia Vasallucci