Gianni di Rosa da Modica (RG) si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, conseguendo il diploma di laurea nel 2011. La sua ricerca ruota attorno a tematiche differenti, che spaziano dalla storia del novecento all’antica civiltà maya, dal gioco che porta una traccia autobiografica dell’artista al rito.
Gli interessi di Di Rosa sono campi d’azione che danno vita a percorsi articolati, creando un lavoro che si sviluppa attraverso “progetti-itinerari” all’interno di un immaginario complesso e stratificato. In questi i livelli narrativi generano discorsi multipli e le opere diventano veri e propri frammenti di un grande progetto. Il quadro è per l’artista un luogo atemporale, dove diverse epoche coesistono, passato e presente si annullano ed elementi del mito e della storia si fondono.
È il caso dell’opera Gemelli D, 2017, i gemelli-giocatori che nella leggenda Maya sfidarono e sconfissero al gioco della palla i signori del mondo sotterraneo. Nell’opera i due protagonisti indossano abiti moderni e, al fine di non farsi riconoscere, celano i propri volti dietro maschere le cui orbite sono buchi vuoti senza occhi. Creando uno slittamento tra presente e passato, storia e mito, realtà e finzione, i gemelli appaiono come custodi già in progetti precedenti, sovrastati allora come ora, dalla presenza della maschera da un occhio opaco che ha comunque l’aria di vedere. Nell’opera The eye is never satisfied to see. (l’occhio non è mai sazio di vedere), 2023, riprende una citazione del libro del Qohelet, Antico Testamento, il cui significato è di per sé esplicativo delle intenzioni dell’opera. Il soggetto è un’imponente maschera dorata, figlia dell’ibridazione tra la cultura maya e quella magico-barocca siciliana, avente un occhio vitreo, incomprensibile ed enigmatico. È un volto-maschera il cui distacco coinvolge l’intero dipinto, trasportando con sé lo spettatore che si ritrova catturato da quello sguardo freddo ma al contempo protettivo. Sguardo raccolto in un punto che esonda i margini della tela e che, pertanto, coinvolge tutto e niente.
Marzia Catania
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