Margaux Bricler (Parigi, 1985) crea nei suoi lavori una volontaria confusione tra gli ambiti del letterario, del filosofico, del teatrale e del concettuale, stabilendo un proprio panorama narrativo. Tragicità e ironia sono i caratteri portanti delle opere dell’artista, una commistione dialettica ed estetica che struttura l’incastro tra umano e mitologico in una sintesi dal profilo lirico.
AGÔN (5/ destrimano, sinistrorso) (2018), un braccio, fuso in alluminio, si protende nell’imitare l’arma da fuoco. Un gesto che si muove in un immaginario storico e politico, tra Dürer e la memoria della lotta armata. L’arto proteso, nonostante sia ormai a terra, non si abbandona, si mantiene in perenne tensione rifiutando la resa. Attraverso un gesto retinico, estetico, Bricler riporta un indizio, la volontà e necessità politica di resistenza.
Empty hands (2021), adeso a un palo un grembiule in lattice, stretto alla cinta un fallo funge da fodera ad un coltello. Fasci di significazioni s’intersecano introducendo nell’opera forze femminili e maschili, il rogo, la strega, il pene e la spada, arma di castrazione o affermazione di potere. Il corpo esiste tra assenza e presenza, si rivela nelle tracce del processo di fabbricazione grazie al carattere antropomorfo del materiale. Non c’è connotazione di genere ma il genere è ovunque, la coesistenza degli opposti in un binarismo fluidificato caratterizza l’opera nell’universale.
Le figure evocate da Bricler suggeriscono la contemplazione di una possibilità, il risveglio dal torpore della coscienza, l’occasione di un rialzarsi collettivo, un’affermazione di potere e libertà, lo stesso sentimento attribuito allo spirito di Talita’ Kum, l’imperativo aramaico che da titolo all’edizione.
Emma De Devitiis
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Grazie a Daniela Nocivelli e Antonio Romanelli per aver sostenuto anche questa terza edizione Grazie a Maurizio Zamboni per le splendide t-shirt THALITA KUM Grazie a Cristiano Cavallo per aver contribuito alla realizzazione del catalogo