Marcella Vanzo
Milano, 1973
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Guarire Cesare Pavese, 2021
Di Cesare Pavese ho letto quasi tutto e mi attardavo sul suo diario.Parole profonde, intelligenti, alternate ad altre alienate, sfiduciate, immerse nella sofferenza. Mi sono ribellata, dedicandomi a lui e con lui a tutti i grandi artisti che si sono suicidati. In una grande casa di campagna di fine Ottocento, vissuta da diverse generazioni, ho raccolto gesti e resti: pezze, fodere, federe e stoffe d’uso. Piegate, macchiate, usurate e perfettamente stirate, immobili da circa un secolo. Perfettamente dimenticate. Ho raccolto le frasi del diario di Pavese e le ho accostate ai miei tesori. Lui parlava di una servetta e io me la immaginavo intenta a piegare lenzuola e asciugamani, a rammendare calze con quei fili e il ditale, forse fischiettando. Questo insieme di lavori, definito in fretta, sviluppatosi negli anni e appena concluso, è nato dalla volontà di prendersi cura di questo signore, forse con la stessa cura che si dedicava al mondo domestico una volta. (M. V.)
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